Riceviamo e pubblichiamo una poesia composta da un cittadino cevese, Ado Casalini, dedicata alla Resistenza e ai partigiani, alla loro vita sulle montagne, ai sacrifici e alla dignità con cui combatterono in nome della libertà.
- IL PARTIGIANO -
Un saluto forte e fiero,
a quel Signore battagliero,
che ‘na mattina s’è svegliato,
e l’ invasore ha trovato.
Il coraggio ha impugnato,
il timore ha sfrantato,
la paura ha scacciato,
e il suo braccio ha armato.
In molti modi l’han chiamato,
e fu da molti ricercato,
lui non era eccezionale,
ma un uomo sul normale.
Inizialmente fu “sbandato”
a seguire “rinnegato”
e dovette improvvisare
e soprattutto assai sudare.
Alla macchia si adeguò,
a clandestino diventò,
per amor del suo Paese,
s’ arrischiò in varie imprese.
Anni bui e complicati,
furon quei dei camerati,
ti dovevi tu chinare,
se le reni volei salvare.
Su nei boschi il domicilio,
e della paglia per giaciglio,
i fienili per Comando,
e tutto quanto vigilando.
Presidiando il territorio,
dai seguaci del Littorio,
iniziaron la partita,
con in palio la lor vita.
In diversi son periti,
delle volte anche traditi,
ma la loro decisione,
ha permesso il ribaltone.
Queste furono persone,
che guerra fecero al bastone,
con ferocia dimenato,
che di tutto ha randellato.
Questi furono Italiani,
questi furon Partigiani,
che contro ogni atrocità,
han gridato “Libertà”.
Settant’ anni son passati,
da quei giorni travagliati,
da quei giorni incamiciati,
d’intenso nero (e rosso sangue) colorati.
Giorni tristi e dolorosi,
con eventi spigolosi,
grossi solchi hanno lasciato,
con l’assertor del braccio alzato.
Anche Cevo ha pagato,
un tributo esagerato,
per non essersi piegato,
a ferro e fuoco l’han trattato.
Un paese umiliato,
che con orgoglio s’è rialzato,
un paese mutilato…
che sulle ceneri è rinato!
- Ado Casalini -