Dopo lo scontro avvenuto in seguito all’incendio del paese di Cevo da parte dei nazifascisti il 3 luglio 1944, l’amministrazione del paese fu affidata a una giunta in contatto con il Comando partigiano, che la Prefettura fascista fu costretta a subire, mentre il 20 luglio la Delegazione per la Lombardia del Comando Generale delle Brigate Garibaldi si complimentò per la resistenza opposta, assegnando alla Brigata il n. 54; la notizia fu comunicata ufficialmente il 3 settembre del 1944 in località Plà Lonc, sopra Cevo, in occasione del grande raduno organizzato per condividere con la popolazione civile le scelte da compiere e dal quale l’unità e la volontà popolare di proseguire la lotta uscirono rafforzate.
Al raduno del 3 settembre – come scrive molto efficacemente Wilma Boghetta nel suo libro “La Valsaviore nella Resistenza” – partecipò “tutto un popolo e, si può dire, quella che voleva essere la patria dell’imminente domani”. Tra i tanti presenti vi era anche il Vice comandante della brigata Bigio Romelli, con la moglie e la figlia Rosy, la più giovane partigiana combattente d’Italia, la cui storia ci offre lo spunto per toccare il tema del contributo femminile alla Resistenza, prendendo parte alla quale le donne sono state impegnate in una duplice lotta: non solo quella – che hanno condiviso con gli uomini – per liberare il nostro Paese dal nazifascismo, ma anche quella per liberare se stesse dalla cultura patriarcale dominante, fino alla conquista del diritto di voto e all’elezione di 21 donne all’interno dell’Assemblea Costituente.
Tornando al raduno del 3 settembre ’44, è possibile considerarlo l’incontro della rinascita, per ricostruire dalle ceneri un paese nuovo. Perché la lotta resistenziale, pur senza negarne la componente militare, fu essenzialmente un movimento teso a instaurare un nuovo ordine sociale, politico e costituzionale. Ricordare oggi, soprattutto ai più giovani, cos’è stata la Resistenza non è solo un dovere di memoria storica, ma significa in primo luogo insegnare che senza di essa non avremmo riconquistato libertà e dignità, non disporremmo oggi di una Costituzione democratica e antifascista. Sussiste, infatti, uno strettissimo legame tra Resistenza e Costituzione, in quanto i valori di libertà, eguaglianza, pace, solidarietà, giustizia sociale, affermati nella lotta di Liberazione sono stati poi trasfusi nella Carta costituzionale del 1948.
LA COMMEMORAZIONE
Dal 2011 l’ANPI Valsaviore ogni anno, la prima domenica di settembre, organizza un ritrovo commemorativo al Plà Lonc per ricordare il raduno del 1944, alla presenza dei partigiani e dei testimoni degli avvenimenti che caratterizzarono la Resistenza.